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al testo di Alberto Becca
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e' il foglio del licenziamento stampato
timbrato firmato.. ed è come inseguire
la propria condanna.. c' è molto da dire
sulla forma sulla terminologia sul mancato
uso del condizionale, sui sottintesi, sull' elenco
degli indirizzi per conoscenza
sulla radicale e brutale violenza
del contenuto, sul finale sbilenco
sulla contradditorietà delle normative
c' è molto da riflettere o da piangere su questo
sul linguaggio tecnico giuridico che contesto
e detesto.. sugli armadi ancora colmi di missive
sugli uffici vuoti, divenuti cimiteri di oggetti
pallidi ricordi sedie e scrivanie disabitate
polvere sui pavimenti e dalle finestre sbarrate
si vedono in lontananza ciminiere, case, tetti
mancano solo uomini e donne, manca il prodotto e il lavoratore
è imprigionato in sè stesso, come in bilico fra la rabbia e il dolore
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